La chiamano generazione Z. Sono i nati intorno ai primi anni 2000, figli della bella e nostalgica epoca del calcio in Italia. Quella che “da quando Baggio non gioca più”, per dirla alla Cremonini. O meglio, quando il divin codino calcava il Rigamonti di Brescia a fine carriera. In quel periodo nascevano i giovani talenti dell’UsFG. Quelli terribili, ovviamente per le squadre avversarie. Quelli che vanno a 2mila all’ora e cambiano la partita con le loro giocate sorprendenti. E che ti portano punti in cascina, perché servono anche quelli.
I biancorossoblù vanno con la linea verde e non hanno paura di osare. Qui non c’è solo un discorso di quote, di giocatori da schierare per alimentare il regolamento della serie D. È vero, c’è anche quello, ma c’è anche la voglia della società di puntare sui bei prospetti che il calcio di oggi ti regala.
E allora via con gli Ombra e con i Nannelli in porta. E qui si parla di 2002, beata gioventù. Due grandi talentini per quel ruolo particolare in cui una volta si cercava l’esperienza. Ma la virtù si fa sul campo, come dimostrano non a caso anche recenti lotterie di rigori.
E poi via in battaglia con i Rosini, i Del Rosso, i De Paolis, i Giannini, i Fontana e gli Ampollini. Via con i Francavilla, i Coccia, i Ramazzotti. Via con i Martelli, gli Antonini e i Fofana. Tutti elementi validi e in grado di realizzare i sogni dei tifosi che assiepano il Malservisi-Matteini. Senza dimenticare gli altri non menzionati che, comunque, sono sempre nel giro delle rotazioni del mister.
E sono tanti quelli che fanno la doppia vita e percorrono la via che dalla Juniores porta fino all’elite della prima squadra, la scala verso il paradiso come cantava qualcuno, sognando di volare alla vittoria sul prato verde delle giovani speranze.
Tra l’altro lo ha detto anche mister Bonura dopo l’ultimo match di coppa: lui ai giovani guarda con grande attenzione, attinge a piene mani e non ne ha paura. Tanto poi ci sono le chiocce, quelle che danno sì l’esperienza e la solidità tipiche di chi ha centinaia di partite alle spalle, ma fanno crescere anche quei ragazzi terribili di cui c’è sempre bisogno.
Basta vedere l’ultima tappa, quella che ha portato l’UsFG un passo in avanti: ben otto titolari nati sopra il 2000 schierati contro il San Donato Tavarnelle, più altri due subentrati dalla panchina. E un altro dato interessante, ovvero la media età della rosa a disposizione di Bonura: 22,6 anni. Una delle più basse del girone E, la più bassa tra quelle del quartetto che si trova attualmente in testa al campionato.
Perché bisogna avere il coraggio di lanciarsi. Ce l’ha avuto il tecnico in coppa, ma anche la domenica non si scherza. E ce l’ha avuto la società, che ha creduto nella crescita dei singoli che poi fanno crescere anche il collettivo, spingendo la squadra verso obiettivi sempre più alti.