Il campionato entra nel vivo ed è tempo di tracciare un primo bilancio per il vicepresidente dell’UsFG Lorenzo Mansi. Con la squadra biancorossoblù in seconda posizione nel campionato di Serie D girone E e tante partite da giocare nel mese di dicembre, la compagine allenata da mister Bonura si appresta infatti a vivere uno dei periodi più caldi della stagione, dove mantenere la giusta concentrazione sarà fondamentale per tenere testa alle compagini rivali.
Quella di domenica scorsa contro il Cannara è stata una partita che si è messa subito in discesa. Ma quanto sarà importante lavorare sulla mentalità della squadra visti i tanti impegni in pochi giorni e considerando che invece, sulla carta, non ci sono partite facili?
«Conterà tantissimo. Abbiamo cercato di costruire una squadra che non molla mai e con tutti i giocatori che escono con la maglia sudata da ogni partita, spendendo il massimo delle energie fino alla fine. E i ragazzi lo hanno sempre dimostrato. Il girone E della serie D è molto particolare perché è altamente competitivo. Non ci sono mai campi facili e l’approccio è fondamentale. Se la partita si è messa bene domenica è anche grazie a questo atteggiamento: alla cattiveria, alla grinta e alla determinazione che sono il nostro marchio di fabbrica e sono le caratteristiche principali del nostro allenatore».
Ci si aspettava il gol della punta centrale che mancava da qualche giornata, ed è arrivato con Fontana. Adesso si aspetta anche Tascini, che però non è al meglio. Per il proseguo della stagione quanto sarà determinante l’apporto degli attaccanti?
«Direi che è importante ma non è fondamentale che vadano sempre in gol. È vero che chi gioca come centravanti con segna tantissimo, ma è essenziale il lavoro che fa per la squadra, fa giocare bene anche gli altri. Basta vedere che abbiamo già mandato in gol in campionato 11 giocatori diversi. È importante il collettivo e se si valuta un centravanti solo dai gol si fa un errore. Poi quello che bisogna dire è che ci è mancato un po’ di killer instinct da parte di tutti i giocatori, perché creiamo tantissime occasioni anche davanti al portiere che spesso non capitalizziamo»
Il gioco dell’UsFG passa in fase offensiva anche dagli inserimenti delle ali, che sembrano essere di categoria superiore. È d’accordo?
«D’accordissimo. Abbiamo in rosa tanti ragazzi che possono fare bene in quel ruolo ma anche negli altri, così come i centrocampisti e i difensori che vanno spesso al gol. In questo momento ci aspettiamo anche che Rosati faccia qualcosa in più, ma siamo sicuri che nelle prossime partite darà tutto per soddisfare le esigenze del mister. Aggiungo anche che potremmo fare qualche movimento di mercato in entrata per rimpiazzare Giannini che è andato via e cercare una riserva nel ruolo di terzino. Oltre a prendere un 2003 a causa dell’infortunio di Barlettani che lo terrà fuori quasi tutta la stagione. Siamo alla finestra ma riteniamo che la squadra sia già forte così com’è. La fiducia nel gruppo è grande e non c’è grossa necessità di cambiare».
Altra nota lieta è il settore giovanile. Specialmente le squadre dei Giovanissimi vanno a tutta birra, ma anche le altre non scherzano. Quanto lavoro e quanta attenzione c’è dietro la crescita dei giovani?
«Anche se qualcuno può pensare il contrario, il settore giovanile è l’oggetto principale della nostra attività. Stiamo cercando di rafforzarlo per dare ai ragazzi categorie più stimolanti nelle quali giocare, per trattenerli sempre più da noi e non farli andare via, perché rappresentano il nostro futuro. I Giovanissimi hanno un compito arduo perché hanno l’obiettivo di vincere il campionato provinciale. Ma anche le altre squadre stanno andando benissimo, come anche gli Allievi regionali che hanno ripreso l’attività dopo un anno e mezzo di Covid».
E anche la Juniores nazionale sta dando grosse soddisfazioni, con diversi giocatori protagonisti che orbitano stabilmente in prima squadra. Quanto è importante la loro crescita per il futuro della società?
«Affrontano un campionato molto difficile e importante. Ma qua si iniziano a capire i prospetti che si possono valutare anche a stagione in corso per la prima squadra e anche per gli anni a venire. Nel nostro girone ci sono società che giocano ad alti livelli da tanti anni, ma noi crediamo di poter crescere ancora. Anche a partire dai piccolissimi e dalle squadre agonistiche, per costruire le basi e avere un bacino importante per arrivare alle categorie superiori».
Tornando al campionato, il San Donato Tavarnelle dell’ex Indiani sta stupendo tutti a suon di reti, mentre squadre come l’Arezzo stentano. Come vede in questo momento le gerarchie del campionato?
«L’Arezzo sta rendendo meno di quelle che erano le aspettative iniziali e le potenzialità della sua rosa, ma fa parte delle squadre che proveranno a vincere il campionato, se dovessero infilare un filotto importante di vittorie potrebbero tornare su. Il San Donato invece non è una grossa sorpresa perché sappiamo che mister Indiani è un grande allenatore, che lavora da due anni nello stesso ambiente e ha costruito la squadra. Poi hanno più di 3 gol a partita di media, ma i campionati non si vincono a dicembre quindi la lotta è sempre molto aperta, anche se al momento rimane una delle squadre favorite. Ma tutte le squadre sono competitive e abbiamo l’obbligo di stare attenti con tutti, perché a volte il rischio di sottovalutare qualcuno ci può essere. Invece tutte le partite sono insidiose e lo sarà anche quella con lo Scandicci».
Scandicci che rappresenta proprio il prossimo impegno tra le mura amiche. E mancherà capitan Dierna per squalifica. Come andrà affrontata la partita?
«Incontriamo un allenatore che conosciamo bene come Davitti. È una squadra che ha grinta e l’anno scorso ci ha messo in difficoltà. Dobbiamo stare attenti e mancherà anche il capitano con il suo carisma, ma sappiamo che chi lo rimpiazzerà darà il massimo e non lo farà rimpiangere. Abbiamo costruito una rosa di 22 titolari e per il mister ogni domenica è difficile fare delle scelte, ma anche bello perché sa che chi va in campo darà sempre il massimo. Sono tutti bravi alla stessa maniera: se manca ad esempio Lo Sicco, che a parere mio è il miglior play del campionato, sappiamo che se va in campo Del Rosso farà altrettanto bene nonostante la giovane età. E un grande merito di mister Bonura è proprio questo: saper creare un ambiente dove anche i senatori si affidano ai più giovani nella gestione della palla, senza avere nessun dubbio».